Taiji Quan


Il mito di Zhang San Feng

Se si esclude la famiglia Chen, la maggior parte delle scuole di TaiJi indica Zhang San Feng come fondatore del TaiJi Quan e di tutti gli Stili Interni, e questo fa di lui una delle figure più amate e controverse nella storia del Kung Fu , sia che lo si consideri un Immortale leggendario od un Maestro storicamente esistito.
Zhang San Feng, tradotto spesso con “Zhang tre volte pazzo” dalle crisi di follia che attraversò nel suo cammino verso l’immortalità, sarebbe vissuto a cavallo delle dinastie Sun e Yuan: alcune scuole taoiste ne festeggiano ancora oggi il genetliaco e indicano come sua data di nascita il 9 aprile 1247.
Si narra che fosse uno studioso di arti marziali ed un adepto delle scienze alchemiche: aveva studiato per diversi anni presso il monastero di Shaolin e per un altro periodo era stato sul Monte Wudang per studiare il taoismo marziale delle scuole esorcistiche.
Ovviamente esistono varie leggende sul modo in cui Jiang ha codificato la prima forma di TaiJi Quan: alcune fonti affermano che ricevette la trasmissione dello stile in sogno da parte dell'Imperatore Nero, divinità anticamente preposta al culto della guerra; altre invece narrano che Zhang codificò i primi passi del TaiJi Quan prendendo spunto da un combattimento fra una gru ed un serpente.

La famiglia Chen

Da fonti più storicamente accreditate sembra che il termine TaiJi Quan sia stato utilizzato per la prima volta agli inizi dell’800 per definire il pugilato della famiglia Chen, che vede in Chen Wang Ting il fondatore dello stile.
Per quanto le variazioni e le sotto-scuole del TaiJi Chen siano numerose, il Maestro che per primo ha rivoluzionato l'assetto dello stile è stato Chen Fa Ke: forse anche per esigenze legate alla situazione politica di quell'epoca, il suo TaiJi Quan ha un aspetto marziale più evidente e un'applicazione dei principi del Jiang Si Jing più manifesta.
Il principio base “Chan Fa”
Il chan fa, o potere del bozzolo, è il principio di base del Taiji.
La tecnica del Chan apparve per la prima volta ne "il libro illustrato del Taiji della famiglia Chen" ad opera del grande Maestro Chen Xin della sedicesima generazione. Egli è il primo ad affermare che il Taiji stile Chen è la "tecnica del Chan". In seguito spiegherà che senza la comprensione del chan, non si può conoscere l'intima natura del Taiji Quan stabilendo così l'importanza del potere del bozzolo nel Taiji Chen.
Il potere del chan può essere soggetto di numerose varianti quali il chan in avanzamento e in ritirata, il chan destro e sinistro, il chan inferiore e superiore il chan interno ed esterno, il chan positivo e negativo.
In accordo alle mie esperienze, credo che questi differenti chan possano essere raggruppati essenzialmente in due categorie: il chan positivo e il chan negativo. Ma quali sono i criteri che distinguono questi due tipi di chan? Chen Xin nel suo libro non fa chiarezza su questo punto. In aggiunta, vi sono numerose e differenti interpretazioni concernenti il significato del chan all'interno delle opere sull'argomento.
Ho così sommarizzato quì il mio criterio per la distinzione dei due chan in modo da renderli chiari per i miei studenti.
Torso: la torsione del torso a sinistra è considerato chan positivo, a destra negativo.
Gambe: quando il corpo ruota a sinistra la gamba sinistra ha chan positivo e la destra negativo, quando ruota a destra la gamba destra ha chan positivo e la sinistra negativo. Di conseguenza al chan positivo il ginocchio si solleva e in conseguenza del negativo il ginocchio affonda. Tuttavia, un ginocchio può salire solo mentre l'altro scende. In nessuna circostanza salgono o scendono contemporaneamente, in nessuna circostanza si muovono da un lato all'altro (a mò di tennista ndt).
Mani: quando il pollice ruota all'esterno con il palmo che guarda in alto, è chan positivo; quando il mignolo ruota all'esterno con il palmo in basso è chan negativo.
Quando la mano e l'anca lavorano assieme nel ruotare a destra e sinistra, in avanti e indietro, in alto e in basso ciò è detto "rivoluzione". Le direzioni della rivoluzione sono quelle appena elencate; mentre si esegue una rivoluzione in alto o in basso o a destra e a sinistra all' interno esiste una rotazione. Solo la rotazione possiede lo "shun" (prendendo la mano destra ad esempio, lo shun si ha quando il mignolo ruota verso il torso mentre il pollice ruota in direzione opposta. "ni" avviene nel caso opposto).
Quando la mano destra ruota a destra, ni chan apre dalla parte superiore mentre shun chiude da quella inferiore, e questo è chiamato "cerchio positivo". In apertura, il ni chan richiede che la mano guidi il gomito e che il gomito guidi la spalla.
Questo movimento è continuo dal cuore (nel caso della mano destra) fino al mento e prosegue a ruotare in fuori finché la mano arriva all' altezza degli occhi: in questo consiste la metà superiore del cerchio. In seguito rilassare la spalla, affondare il gomito e tenere il polso in linea con l’avambraccio, sollevare le dita e richiamare il gomito a lato della costola. Il gomito rimane a contatto con questa, di conseguenza solo l’avambraccio ruota in alto fino al cuore passando in direzione dell’ombelico.
Chen Xin sostiene che ogni mano è responsabile solo per metà del corpo. Nelle applicazioni, la mano è la sentinella il cui compito è di proteggere il torso mentre la demarcazione della linea centrale è data dal naso. Personalmente ho portato questa al cuore per evitare che gli studenti sbaglino ritirando le proprie mani fino al naso[Maestro Hong insegnava ai propri allievi a non seguire le mani con lo sguardo ma di seguire l’ipotetico avversario. La linea del naso, pertanto, in accordo a ciascuna situazione di combattimento, è la misura della linea centrale per le tecniche d’attacco.
Wang Zongyue inoltre aggiunge: “senza estensione o deficienza”.
Dobbiamo quindi cercare una chiave di lettura per definire cosa sia “estensione” e cosa “deficienza”. Nello stile Chen la mano non può stare più alta degli occhi o più bassa dell’ombelico, e non può inoltre oltrepassare la linea del cuore (la mano destra non può invadere la metà sinistra, e viceversa). Oltrepassare le suddette linee causerà una perdita di potenza, mentre non raggiungerle causerà una rigida resistenza nel movimento.
In generale, dal cuore agli occhi la mano è in rotazione di 90 gradi.
Questa è l’essenza del cerchio positivo. Nella forma, esempi di questo movimento possono essere trovati in entrambe le mani ne “mani come nuvole”, e nella mano destra ne “ bloccare toccando l’abito”.
Il movimento di cerchio negativo nella rivoluzione della mano destra è tale: shun chan tira la mano destra all’interno dall’angolo superiore destro. Le dita rimangono puntate nella medesima direzione.
Il gomito è richiamato dalla parte bassa del petto e poi cambia in ni chan. Il gomito deve in principio aderire alle costole. La mano guida il gomito dal cuore all’anca, e in seguito risale all’altezza degli occhi; esempio di questo si può trovare in “incrociare le mani” della forma Yi lu, e consiste in una rivoluzione negativa.
Sono davvero pochi gli esempi di cerchio negativo portati verso la parte superiore ed inferiore del corpo. E’ solo in “gallo d’oro su una zampa sola” che le mani si separano in alto ed in basso descrivendo cerchi negativi: le due mani si separano in cerchi negativi all’altezza del cuore. La mano superiore passa da uno shun chan fino al cuore mutando in ni mentre passa dalla bocca, dal naso e dal punto baihui sul vertice del capo. La sensazione è di portare in alto un oggetto.
La mano inferiore passa in un ni chan dall’altezza del cuore scendendo fino all’anca e spingendo in fuori a lato del bacino.
Questa mossa (gallo d’oro su una zampa) mantiene shun e ni per due rotazioni. L’attenzione dev’essere posta alla mano superiore che va tenuta dritta e alla mano inferiore, leggermente angolata.
Le rotazioni della mano avanzata ed arretrata sono entrambe in cerchi negativi. L’arretrata passa da uno shun chan portato fino all’altezza del cuore ad un ni chan, passando poi di fianco all’anca assumendo un’angolazione di 90 gradi (calcolata rispetto al cuore) e tornando in shun chan per far aderire il gomito alle costole.
Il polso poi muta in ni chan e passa dal lato dell’orecchio di fronte al petto. Esempio di questo lo abbiamo in “colpire coprendo la mano”: in questa forma la rotazione del chan cambia per quattro volte.
In “accarezzare la criniera del cavallo”, quando il gomito è ritirato alle costole in shun chan e la mano arriva all’orecchio, cambia leggermente in ni chan nel passare dall’altezza dell’orecchio all’esterno in shun chan. Nella mossa “attendere la tigre” della forma “pao chui” ci sono addirittura sei inversioni di chan.
Di conseguenza, nelle differenti mosse le mani devono cambiare la direzione del chan in differenti posizioni del corpo. Non c’è spazio alcuno per l’errore. Il “trattato sul Taiji” recita: “una deviazione di un millimetro alla sorgente comporta uno sfasamento di chilometri alla destinazione”. Tale asserzione non è senza motivo.
I praticanti devono porre molta attenzione a questo concetto.
In mosse come “spazzolare il ginocchio” e “passo indietro avvolgendo le mani su entrambi i lati” le mano muovono seguendo una regola (e obbediscono ad un principio): la mano di fronte è stesa mentre quella arretrata rimane piegata; oppure quella frontale è acuta mentre l’arretrata è ottusa.
Questo circa le direttive per la coordinazione delle mani, i lettori pongano grande attenzione anche a ciò.
La differenza tra shun e ni riguarda anche gli occhi? Naturalmente!
Gli occhi sono gli organi che informano e focalizzano la mente.
La mente può in seguito comandare l’intero corpo per adattarsi in accordo ai cambiamenti dell’avversario, così come osserva la situazione periferica.
Chen xin una volta disse: “nel praticare la forma, immagina di combattere con un’avversario; quando combatti, immagina praticare la forma”.
Sunzi ne “l’arte della guerra” inoltre aggiunge che conoscere se stessi e il proprio avversario garantisce l’invincibilità.
L’affermazione “nella forma immagina di combattere un avversario” si riferisce al decifrare il movimento dell’avversario da parte degli occhi in modo che i propri movimenti siano coordinati con quelli dell’avversario: solo così noi possiamo conoscerlo.
Il primo metodo per la conoscenza dell’avversario è osservarne la postura, da questa possiamo stimarne la direzione e il metodo d’attacco.
Questo si può ottenere attraverso gli sforzi coordinati degli occhi e del discernimento nell’attuare un piano d’attacco e di difesa che sia veloce e flessibile. Basandosi su ciò, ogni movimento dello stile Chen trova il proprio impiego. Le direzioni sono decise in accordo al bersaglio della tecnica.
Di conseguenza, quando la direzione dello sguardo e dello spostamento è la stessa, è da considerare shun; quando differisce, è da considerare ni.
A cura di GM° Salvatore Cafiero

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